Una persona può fare esperienza di ogni sensazione in modo vivido senza la presenza del mondo esterno. L'esempio più ovvio di questo fatto sono i sogni. Una persona è distesa sul letto con gli occhi chiusi, quando sogna. Eppure, nonostante ciò, sente tante cose di cui fa esperienza nella vita reale, e tale esperienza è tanto realistica che i sogni sono indistinguibili dalla reale esperienza della vita. Tutti coloro che leggono questo libro avranno spesso testimoniato questa verità nei loro sogni. Per esempio, una persona stesa, di notte, da sola su un letto in un'atmosfera tranquilla e silenziosa potrebbe, nel suo sogno, vedere se stessa in pericolo in un luogo molto affollato. Potrebbe fare esperienza dell'evento come se fosse reale, scappare dal pericolo in preda alla disperazione e nascondersi dietro un muro. Inoltre, le immagini oniriche possono essere così realistiche da indurre paura e panico come se fosse davvero in pericolo. Ogni volta che sente un rumore ha il cuore in gola, trema dalla paura, i palpiti del cuore aumentano, suda e mostra le altre affezioni cui è soggetto il corpo umano in una situazione di pericolo. Non c'è, però, nessun equivalente esterno degli eventi dei suoi sogni. Esistono solo nella sua mente.
![]() ![]() | Quando una persona sogna di essere in un giardino in una mattina invernale con un freddo pungente, può sentire il freddo e iniziare a tremare. Non c'è vento né freddo, però, nel luogo particolare dove si trova. Potrebbe persino dormire in una stanza molto calda. Nondimeno, sente il freddo in tutto il suo realismo. Non c'è differenza tra il freddo che sente nel mondo reale e il freddo che sente nel sogno. Una persona che dorme in un comodo letto nella sua casa può sognare di trovarsi in mezzo a una guerra. E potrebbe anche sentire la paura, la tensione e il panico della battaglia come se questa avesse luogo nel mondo reale. Ma in quel momento sta dormendo da solo in un comodo letto. I rumori e le immagini realistiche che vede in sogno hanno luogo nella sua mente. |
Una persona che, in sogno, cada da una grande altezza avverte queste esperienza con tutto il corpo, pur se distesa nel letto in completa immobilità. Oppure, si potrebbe sognare di scivolare in una pozzanghera, di infradiciarsi e di avere freddo a causa di un vento freddo. In tali casi, però, non c'è la pozzanghera né c'è il vento. Inoltre, nonostante si stia dormendo in una stanza molto calda, si può provare un senso di umidità e freddo, come se si fosse in stato di veglia.
Si può essere convinti di essere in relazione con l'originale del mondo materiale nei propri sogni. Si può mettere la mano sulla spalla del proprio amico quando questi dice "La materia è un'immagine; non è possibile entrare in relazione con il mondo originale", e poi chiedere: "Sono forse un'immagine ora? Non senti la mia mano sulla tua spalla? Se sì, come puoi essere un'immagine? Cosa ti fa credere questo? Facciamo una gita nel Bosforo; possiamo parlarne e così potrai spiegarmi che cosa ne pensi". Il sogno che si percepisce nel proprio sonno profondo è così chiaro che si accende il motore con piacere e si accelera lentamente, poi si fa quasi fare un balzo in avanti all'automobile spingendo all'improvviso sul pedale. Mentre si percorre la strada, gli alberi e le strisce sull'asfalto sembrano nitide a causa della velocità. A ciò si aggiunge che si respira l'aria pulita del Bosforo. Ma si supponga che il sonno venga interrotto repentinamente dalla sveglia, che suona proprio quando si è pronti a dire al proprio amico che ciò che viene vissuto in quel momento non è un sogno. Non si farebbero le stesse obiezioni indipendentemente dal fatto di essere in stato di sonno o di veglia?
Al risveglio, si comprende che ciò che si è visto fino a quel momento è un sogno. Ma per qualche motivo non si sospetta che la vita, la quale inizia con un'immagine "a occhi aperti" (ciò che si suole chiamare "la vita reale") può essere anch'essa un sogno. Il modo in cui percepiamo le immagini nella "vita reale", però, è esattamente lo stesso in cui percepiamo i nostri sogni. Vediamo entrambe la cose nella mente. Non è possibile comprendere che esse sono immagini se non al risveglio. Solo allora si dice: "Ciò che ho appena visto era un sogno". Così, come è possibile provare che quanto si vede in qualsiasi momento non sia che un sogno? L'ipotesi secondo la quale il momento che si sta vivendo è reale potrebbe derivare solo dal fatto che non ci si è ancora svegliati. È possibile scoprire questo fatto quando ci si sarà risvegliati da questo "sogno a occhi aperti", più lungo dei sogni che facciamo ogni giorno. Non abbiamo prove che dimostrino il contrario.
![]() | Una persona che dorme a casa sua può vedere, mentre sogna, se stesso su un carro che sta girando velocemente. Può sentire in maniera realistica il vento di cui farebbe esperienza su un carro che si muove rapidamente nel mondo reale. |
Molti studiosi islamici hanno anche dichiarato che la vita intorno a noi è solo un sogno, e che solo quando saremo svegliati da quel sogno con "un grande risveglio", le persone saranno in grado di comprendere che vivono in un mondo di sogno. Un grande studioso islamico, Muhyiddin Ibn al-'Arabi, chiamato Shaykh Akbar (lo Shaykh più grande) per la sua conoscenza superiore, paragona il mondo ai nostri sogni citando un detto del Profeta Muhammad (che Dio lo benedica e gli conceda pace):
Il Profeta Muhammad [che Dio lo benedica e gli conceda la pace] disse che "l'uomo dorme e quando muore si sveglia". Ciò a dire che gli oggetti visti nel mondo quando si è vivi sono simili a quelli visti nel sonno mentre si sogna, il che significa che esistono nell'immaginazione.16
![]() ![]() ![]() | Si potrebbe sognare di discutere con un amico che sostiene che la materia è solo un sogno. Si può mettere il braccio sulla spalla del proprio amico e chiedergli: “Io sono un sogno ora? Non senti la mia mano sulla tua spalla? Allora, come puoi essere un sogno?” Poi si invita l’amico in automobile per un giro: “Dai, andiamo a fare un giro vicino al mare, e mi dirai che cosa ti fa pensare queste cose.” Il sogno che si percepisce è così realistico che ci può avere la sensazione di accendere l’automobile, spingere sull’acceleratore e quasi far fare un balzo in avanti all’automobile, proprio come in un’auto nel mondo reale. | ![]() ![]() ![]() | Mentre si guida l’auto con il proprio amico, si può sentire l’odore del mare, udire il rumore delle onde e sentire il vento soffiare, come nel mondo reale. Quando si accelera, si possono vedere gli alberi scomparire dietro di sé sul lato della strada. Tutte queste visioni nel sogno non differiscono dalla realtà. Nel momento in cui si prova a convincere il proprio amico che tutte queste cose sono reali, si viene svegliati dalla sveglia. E quando ci si alza, ci si rende conto che tutto ciò che si è visto, della cui realtà si era così sicuri, era solo un sogno. Ma se anche ora si fosse in un sogno, da cui ci si sveglierà presto? |
In un versetto del Corano, si dice che, nel Giorno del Giudizio, gli uomini, quando saranno resuscitati, dovranno dire:
... dicendo: «Guai a noi! Chi ci ha destato dalle nostre tombe! È quello che il Compassionevole aveva promesso: gli inviati avevano detto il vero».
(Sura Ya Sin: 52)
(Sura Ya Sin: 52)
![]() | PUÒ DARSI CHE TU OSSERVI LA TUA VITA DA QUALCHE ALTRO POSTO PROPRIO COME OSSERVI I TUOI SOGNI Una persona che beve il caffè in sogno può sentire il sapore preciso di zucchero, latte e caffè, pur non essendovi caffè o altre bevande. Se qualcuno andasse da lui e gli dicesse che sta solo sognando, e che non c’è caffè, allora costui negherebbe un’idea del genere. Potrebbe chiedere come possa essere solo un’immagine se sente il calore del caffè sulla lingua, e se avendolo bevuto non ha più sete. Chiederebbe come possa togliergli la sete se non fosse reale. Capirebbe, però, solo dopo essersi svegliato, che il caffè che credeva di avere bevuto era un’immagine che aveva preso forma nel suo cervello, e che le sensazioni di calore e sete, che sentiva nel bere il caffè, erano percezioni che avevano preso forma nel suo cervello. Le nostre esperienze oniriche e il mondo reale si basano sulla stessa logica. Facciamo esperienza sia dei sogni sia del mondo reale nella nostra mente. La sola ragione per cui pensiamo che i nostri sogni siano immaginari è che, quando ci svegliamo, ci troviamo nel nostro letto, così pensiamo che in realtà stavamo dormendo e abbiamo visto tutto nel nostro sogno. Cosa accadrebbe se non ci svegliassimo e continuassimo a sognare? Saremmo in grado di renderci conto di non entrare davvero in relazione con gli originali delle cose che viviamo e vediamo nel sogno? Ovviamente no. A meno che non ci svegliamo e scopriamo di avere dormito, non possiamo in alcun modo renderci conto di avere sognato, e di avere passato la vita intera assumendo che fosse la nostra vita reale. Quindi, come possiamo provare che la nostra vita reale non sia un sogno? Abbiamo informazioni su ciò che accade quando lasciamo questa vita e ci troviamo a osservare le immagini della nostra vita presente da un posto diverso? |
Come mostra il versetto, le persone si risveglieranno nel Giorno del Giudizio come se si svegliassero da un sogno. Come qualcuno svegliato nel bel mezzo di un sogno durante un sonno profondo, queste persone chiederanno, analogamente, chi sia stato a risvegliarli. Come mette in evidenza il versetto, il mondo intorno a noi è come un sogno e tutti saranno svegliati da questo sogno, e inizieranno a vedere le immagini dell'aldilà, dove è la vita reale.
Mondi prodotti superficialmente
La tecnologia moderna presenta molti importanti esempi di come l'esperienza sensoriale può essere simulata con un alto grado di realismo, senza l'aiuto di nessun mondo esterno o materiale. In particolare, la tecnologia chiamata "realtà virtuale", che si è sviluppata notevolmente negli ultimi anni, ci permette di intuire qualcosa in proposito.
Detto con semplicità, la realtà virtuale consiste nel mostrare immagini animate tridimensionali generate su un computer in modo da creare un "mondo reale" per mezzo di alcune apparecchiature. Questa tecnologia, che è usata in vari campi per diversi scopi, è chiamata "realtà artificiale" o "mondo virtuale" o "atmosfera virtuale". La caratteristica più importante della realtà virtuale è che la persona che usa uno strumento particolare pensa che ciò che vede sia reale, ed è ammaliato da quell'immagine. Per questo, recentemente, è entrata nell'uso anche l'aggettivo "immersivo" per descrivere la realtà virtuale, dove "immersivo" significa che coinvolge profondamente (per esempio, realtà virtuale immersiva).
![]() | Simulatori usati per la realtà virtuale. Grazie all'apparecchiatura che usa, la persona nella foto in alto sta immaginando di toccare dell'acqua che scorre velocemente. Le persone mostrate in basso stanno osservando se stesse nel ruolo di protagonisti nel film che viene loro mostrato e si entusiasmano per ciò di cui fanno esperienza. |
Gli strumenti usati per creare un mondo virtuale sono un casco (che contiene uno schermo per le immagini) e un paio di guanti elettronici (per le impressioni tattili). Un dispositivo nel casco controlla i movimenti e l'angolazione della testa per dare sullo schermo un'immagine coerente all'angolazione e alla posizione della testa. A volte, vengono riflesse immagini in stereo sui muri e sul pavimento di una cella della grandezza di una stanza. Le persone, aggirandosi per la stanza, possono vedere se stesse, attraverso degli occhiali stereo, in luoghi diversi, come accanto a una cascata, in cima a una montagna, o mentre prendono il sole sul ponte di una nave in mezzo al mare. I caschi creano immagini in 3D con un senso realistico di profondità e spazio. Le immagini sono in proporzione alle dimensioni umane mentre la sensazione tattile è data da altre attrezzature, come i guanti. Perciò, una persona che usa queste apparecchiature può toccare gli oggetti che vede nel mondo virtuale e può prenderli e muoverli. Anche i suoni che si odono in questi posti sono convincenti, provengono da tutte le direzioni con diversa intensità e diversi volumi. Alcune applicazioni rendono possibile che la stessa atmosfera virtuale sia presentata ad alcune persone in luoghi molto diversi del mondo. Tre persone in paesi diversi (anche in diversi continenti) possono vedere se stessi mentre salgono su un motoscafo con gli altri.
MONDI COSTITUITI IN AMBIENTI VIRTUALI |
![]() Con l’apporto di una tecnologia che si sta rapidamente evolvendo, i simulatori vengono usati in molti campi diversi. Facendo indossare un cappello con occhiali e guanti, si possono fornire a una persona immagini tridimensionali molto diverse e questa può immaginare se stessa in questa situazione. Ingegneri di automobili testano i modelli di nuove auto in ambienti virtuali. Un altro campo in cui questa tecnologia viene utilizzata è l’addestramento dei piloti. In un piccolo abitacolo, grazie alle apparecchiature, queste persone si sentono come se guidassero un vero aeroplano e lo facessero atterrare. |
Il sistema utilizzato dai dispositivi che danno forma al mondo virtuale è sostanzialmente lo stesso sistema utilizzato dai nostri cinque sensi. Per esempio, con l'effetto prodotto da un meccanismo all'interno di un guanto indossato dall'utente, sono forniti alcuni segnali ai polpastrelli che poi sono trasmessi al cervello. Quando il cervello elabora questi segnali, l'utente ha l'impressione di toccare un tappeto di seta o un vaso dalla superficie dentellata, con segni in rilievo, anche se non c'è nessun tappeto di seta o vaso nei dintorni.
Uno dei più importanti campi in cui la realtà virtuale è attualmente in uso è la medicina. Con una tecnica progettata presso l'università del Michigan, i laureandi (in particolare l'unità del servizio di pronto soccorso) completano una parte del loro addestramento in una sala operatoria artificiale. Con questa applicazione, le immagini relative alla sala operatoria sono riflesse sui pavimenti e sui muri e le immagini di un tavolo operatorio e di un paziente sono riflesse al centro della sala. Indossando gli occhiali a 3D, i laureandi iniziano a operare il paziente virtuale.
![]() | All'Università del Michigan, i laureandi e specialmente le unità del servizio di pronto soccorso vengono addestrati con la stessa tecnologia in una sala operatoria artificiale. Al primo stadio, vengono riflesse le immagini di una sala operatoria sui muri di una semplice stanza. Nella sala operatoria di lato, tutto ciò che si vede (compreso il paziente) oltre ai tre dottori è virtuale. Con attrezzature di simulazione, i laureandi fanno la loro prima operazione in un ambiente virtuale su pazienti virtuali. |
Questi esempi illustrano come ci si possa ritrovare in un mondo realistico seppur irreale grazie all'apporto di stimoli artificiali. Con la tecnologia attuale, è possibile produrre un'immagine che sia un efficace strumento di pratica. Non c'è ragione di principio per cui questa tecnologia non possa produrre, infine, una realtà indistinguibile dal mondo reale. È molto interessante che alcuni famosi film prodotti recentemente riguardino l'argomento. Per esempio, in un film di Hollywood chiamato "Matrix", i due eroi del film, quando i loro sistemi nervosi vengono connessi a un computer mentre sono distesi su un divano, possono vedere se stessi in luoghi completamente diversi. In una scena, si ritrovano a partecipare a sport orientali; in un'altra, stanno camminando in una strada affollatissima, vestiti in modo completamente diverso. Quando l'eroe, sotto l'influenza della sua esperienza realistica, dice di non credere che ciò che vede sia creato da un computer, l'immagine viene fermata dal computer. Egli allora si convince che il mondo che lui credeva reale è di fatto solo un'immagine.
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OPERAZIONE VIRTUALE IN UNA SALA OPERATORIA VIRTUALE |
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In conclusione, è possibile in linea di principio creare immagini artificiali o, in altre parole, un mondo artificiale, con l'apporto di stimoli artificiali. Così, non possiamo sostenere che l'"immagine della vita" che vediamo sempre sia il mondo esterno originale, e che ciò con cui siamo in relazione sia "l'originale". Le nostre sensazioni potrebbero provenire da una fonte molto diversa.
L'ARGOMENTO DELLA REALTÀ DELLA MATERIA NEI FILM Uno degli sviluppi significativi che ha avuto luogo quando l’argomento della realtà della materia è stato portato all’attenzione del mondo e comunicato tramite i media è stata la riproposizione dell’argomento in vari film di Hollywood.![]() ![]() ![]()
Nel film, Total Recall, Arnold Schwarzenegger si rende conto del fatto che la vita che credeva reale è solo un programma caricato nel suo cervello. Non riesce, però, a trovare la differenza tra il mondo reale e il mondo di sogno. ![]() ![]() ![]() Questo è il tema del film Il tredicesimo piano: i due protagonisti nel film hanno creato un mondo virtuale usando dei computer. Nel mondo virtuale stanno animando l'anno 1937, sebbene nel mondo reale stiano vivendo nell'anno 2000. ![]() ![]() ![]() La persona connessa a questo programma informatico è stesa su un letto dove vengono caricati nel suo cervello informazioni e dettagli sulla sua identità nel mondo virtuale del 1937. Per esempio, un personaggio di nome Douglas Hall, un ricco dirigente di successo di una compagnia di computer, ottiene l'informazione, caricata nel suo cervello, di un cassiere di banca di nome John Ferguson del 1937. ![]() ![]() ![]() All'improvviso questa persona si trova nel 1937. Tutte le automobili, gli edifici, i vestiti appartengono a quell'anno. Ciò che lo sorprende è che entrambe le vite sembrano perfettamente reali. Può sentire il bagnato dell'acqua e il vento e fare esperienza di paura ed entusiasmo in entrambe queste vite. ![]() Più avanti, questa persona si rende conto che ciò che ha vissuto non era più di un programma informatico, e che le automobili, gli edifici, e persino i suoi amici, che credeva reali, erano solo un sogno. In verità, lui vive in un anno molto posteriore al 2000 e sta osservando tutta la sua vita tramite un simulatore. Ciò che il film tenta di comunicare è che è difficile trovare la differenza tra la vita che si suppone reale e l'immaginazione. ![]() ![]() ![]() Nel film Matrix, il protagonista si rende conto di avere vissuto in un mondo immaginario in una calotta di vetro fatta di segnali elettrici inviati al suo cervello. Crede di essere un programmatore di computer, ma sta dormendo nel luogo mostrato in alto. Ciò che pensava fosse la sua vita esisteva solo nella sua immaginazione. ![]() ![]() ![]() Nel film, alcuni cavi di computer sono connessi al cervello del protagonista, e i programmi vengono caricati nel suo cervello mediante i cavi elettrici. ![]() ![]() ![]() Dopo che il programma informatico è stato caricato nel suo cervello, questa persona, che è in realtà seduta in un luogo molto diverso, su una vecchia sedia con vestiti trasandati, vede se stesso in un luogo completamente differente con indosso tutt'altri vestiti. I suoi vestiti sciatti sono cambiati, i suoi capelli sono più lunghi. Ha un'apparenza completamente diversa dalla sua immagine sulla sedia del simulatore. ![]() ![]() Questa persona, sotto l'impressione che ciò che vede sia troppo vicino alla realtà per essere un sogno, non vuole ammettere la verità e tocca la poltrona e chiede: "Questa non è reale?". La risposta che riceve è: "Cosa è reale? Coma definisci come 'reale'? Se stai parlando delle tue sensazioni, ciò che senti, gusti, annusi o vedi, allora stai parlando dei segnali elettrici interpretati dal tuo cervello." ![]() ![]() ![]() Gli mostrano quindi che l'intero mondo è stato creato da un programma di simulazione. Ciò comprende tutti i dettagli che ha visto. Le automobili, il rumore della città, il traffico, i grattacieli, l'oceano, le persone, sostanzialmente tutto ciò che vede e di cui fa esperienza, è solo animato nel suo cervello attraverso un programma informatico. ![]() ![]() ![]() La persona che gli mostra i fatti gli dice di avere vissuto anch'essa una vita virtuale e di avere immaginato che tutto fosse reale. Ma il mondo reale in quel momento è completamente differente. C'è solo un mondo in rovina, distrutto. Tutti gli edifici moderni e le automobili sono solo immagini nel suo cervello. ![]() ![]() ![]() Viene a conoscenza del fatto che persino la storia che credeva reale era un sogno, e che vive in realtà in un tempo completamente diverso. ![]() ![]() ![]() Un'altra scena dal film Matrix. La persona in questa scena sa che la sua intera esistenza è mostrata al suo cervello da un programma informatico. Dice che la carne che sta mangiando non esiste nella realtà, ma che comunque gli piace il sapore. |
L'importante verità rivelata dall'ipnosi
Uno dei migliori esempi di un mondo creato con stimoli artificiali è la tecnica dell'ipnosi. Quando qualcuno viene ipnotizzato, fa esperienza di eventi estremamente convincenti che non sono distinguibili dalla realtà. La persona ipnotizzata vede situazioni, gente e varie immagini, e ode, sente odori e sapori di molte cose, nessuna delle quali esiste nella stanza. In questi momenti, secondo l'esperienza che vive, può provare felicità, turbamento, entusiasmo, noia, preoccupazione o agitazione. Inoltre, gli effetti dell'esperienza sulla persona ipnotizzata possono essere osservati dall'esterno nella loro manifestazione fisica. Negli stati di trance ipnotico molto profondi, possono essere osservati alcuni tipi di sintomi nella persona sotto ipnosi, quali l'aumento della frequenza del battito e della pressione sanguigna, l'arrossarsi della pelle, l'aumento della temperatura, e l'eliminazione di un malessere o di un dolore persistente.17
In un esperimento di ipnosi, viene detto al soggetto che si trova in un ospedale e che c'è un paziente morente al decimo piano dell'edificio. Egli è stato ipnotizzato facendogli credere che, se corre dal paziente con la medicina adeguata, il paziente si salverà. Il soggetto, sotto l'influenza dell'ipnosi, crede di correre al decimo piano. Durante la corsa comincia a mancargli il fiato e, per una sensazione di estrema stanchezza, perde il controllo. Si dice quindi al soggetto che ora si trova all'ultimo piano, che è riuscito a portare la medicina, e che può stendersi su un comodo letto. Il soggetto inizia allora a rilassarsi.18 Sebbene il soggetto faccia esperienza dei luoghi e delle atmosfere come se fossero assolutamente reali, i luoghi, le persone o gli eventi come gli sono descritti non esistono.
In un altro esperimento, si dice a un soggetto sotto ipnosi in una stanza normale che si trova in un bagno turco e che il bagno è molto caldo. Ne consegue che inizia a sudare.19
![]() | Dopo essere stata ipnotizzata, questa persona immagina se stessa di fare velocemente 10 piani di scale. A quel punto le manca il fiato e si sente stanca. La persona ipnotizzata vive nell'ambiente prodotto dall'induzione ipnotica, e accetta che sia reale, nonostante il fatto che il luogo, le persone e gli episodi che le vengono raccontati non esistano. |
Ciò indirizza la nostra attenzione verso un fatto molto importante. Perché una persona sudi, devono pur esservi le condizioni. La realtà che si deduce da questo esempio di ipnosi è che la persona ipnotizzata ha sudato, anche in assenza di fattori fisici tali da indurre questo effetto. Questo esempio mostra chiaramente che, per percepire un'atmosfera o un luogo, non vi è la necessità fisica dell'esistenza materiale di tali luoghi o di atmosfere. Effetti simili possono essere creati con stimolanti arificiali o suggestioni ipnotiche.
Lo specialista inglese di ipnoterapia, Terence Watts, membro di molte organizzazioni tra cui la National Hypnotherapy Association (Associazione nazionale di ipnoterapia), la National Psychotherapists Association (Associazione nazionale degli picoterapisti), la Professional Hypnotherapists Center (Centro di ipnoterapisti professionali), la Hypnotherapy Research Association (Associazione per la ricerca sull'ipnoterapia), afferma in un articolo che nel corso dell'ipnosi, alcune persone che stanno ricordando un evento passato manifestano dei mutamenti fisici correlati a quell'evento. Per esempio, se ci fosse un fattore di soffocamento nell'evento ricordato, a un soggetto ipnotizzato potrebbe mancare il respiro mentre racconta l'evento sotto ipnosi, e potrebbe persino smettere di respirare per un po'. Watts affermò che, sotto ipnosi, apparvero persino segni di dita su un suo paziente, nel punto dove veniva ricordato uno schiaffo. Watts spiega anche che questo non è un mistero ma una reazione alla sensazione di dolore del corpo.20
Uno degli esempi più sorprendenti osservati nell'applicazione dell'ipnosi è che può apparire persino una ferita sulla pelle della persona ipnotizzata, se ciò gli è stato inculcato. Per esempio, Paul Thorsen, un ricercatore, tocca il braccio della persona ipnotizzata con la punta di una penna e gli dice che è uno spiedino bollente. Presto, una bolla (come quelle causate da ustioni di secondo grado) si costituisce nell'area che la punta della penna ha toccato. Thorsen ipnotizzò anche una persona di nome Anne O. facendole credere che qualcuno stesse tracciando la lettera A sul suo braccio esercitando una forte pressione. Sebbene ciò non avesse avuto luogo, in quell'area emerse un arrossamento a forma di 'A'.21 I ricercatori H. Bourru e P. Burot, avendo indotto una persona ipnotizzata a credere che il suo braccio veniva amputato, videro il braccio sanguinare dopo che una matita lo aveva toccato delicatamente. 22
![]() | È un fatto che alcune malattie della pelle possono essere curate con l'ipnosi. Nella fotografia in alto vediamo la malattia prima del trattamento ipnotico, poi la vediamo dopo che la persona è stata ipnotizzata e la malattia è stata curata. (D. Waxman, Hypnosis, p. 113) |
J.A. Hadfield disse a un marinaio sotto ipnosi che stava per premere sul suo braccio una barra di acciaio incandescente e che il braccio si sarebbe ustionato. Egli, però, lo sfiorò semplicemente con il polpastrello, dopo di ché lo coprì. Sei ore dopo, quando l'area fu scoperta, si rilevò un lieve arrossamento e rigonfiamento. Hadfield afferma che "il giorno seguente il gonfiore si era esteso e tumefatto come un'ustione".23
Questi mutamenti corporei nel corso dell'ipnosi mostrano che non vi è bisogno che il mondo esterno produca sensazioni di vista, suono, tatto, emozione, sofferenza o dolore. Per esempio, sebbene non ci sia alcuna barra di acciaio incandescente nel mondo esterno, qualora la persona ne sia convinta, il segno di un'ustione può apparire sul suo braccio.
Questi esempi mostrano che quando si analizza il modo in cui si forma un'immagine, e se ne prendono in esame gli sviluppi tecnologici, aggiungendo inoltre a queste conoscenze metodi di alterazione della coscienza come l'ipnosi, una certa verità diventa chiara. Nel corso della vita, un essere umano presume di vivere in un mondo esterno al suo corpo. Tutto ciò cui ci si riferisce come il mondo, però, è solo l'interpretazione cerebrale dei segnali che pervengono ai centri sensoriali. In altre parole, non è in alcun modo possibile entrare in relazione con un mondo che non sia quello che si trova nella nostra mente. Non possiamo sapere in alcun modo ciò che succede o esiste al di fuori di noi. Non possiamo sostenere se la fonte dei segnali che giungono al cervello consti di esistenze materiali esterne. Questa verità comincia ad affermarsi nella letteratura scientifica ed è insegnata fin dall'età delle scuole superiori. Il problema è che non si tiene conto nella giusta misura del profondo significato di questo fatto.
Chi fa esperienza di tutte queste percezioni?
Finora abbiamo provato che tutto ciò che percepiamo ha luogo nel cervello, e che non abbiamo bisogno del mondo esterno o di esseri materiali per fare esperienza di queste percezioni. A questo punto siamo di fronte a una domanda che verrebbe posta da chiunque mediti sull'argomento.
Come sappiamo, i segnali elettrici provenienti dalle cellule degli occhi vengono trasformati in un'immagine nel cervello. Per esempio, il cervello interpreta dei segnali elettrici che giungono al centro della visione come un campo pieno di girasoli. In verità, non è l'occhio a vedere.
Perciò, se non sono gli occhi a vedere, chi vede i segnali elettrici come un campo di girasoli, nella parte posteriore del cervello, nel buio più profondo, senza alcuna necessità di occhi, retina, lenti, nervi ottici o pupilla, e si gode lo spettacolo di ciò che vede?
Oppure, chi è colui che ode (senza bisogno di un orecchio) la voce di un amico molto caro, è felice di udirla, e ne sente la mancanza quando è assente, se il cervello è assolutamente isolato acusticamente?
Oppure chi, nel cervello, sente la morbidezza del pelo del gatto mentre lo accarezza, senza aver bisogno di mano, dita o muscoli?
Chi prova sensazioni come caldo, freddo, oppure consistenza, profondità e distanza, dal momento che queste hanno origine nel cervello?
Chi sente l'odore di limone, lavanda, rosa, melone, anguria, arancia e carne cotta al barbecue nel cervello (anche se il cervello è impermeabile agli odori), e sente la fame per via dell'odore proveniente dalla griglia?
Abbiamo fin qui discusso come tutto ciò che incessantemente si percepisce prenda forma in realtà nel cervello. Chi, allora, osserva le immagini in un cervello come se guardasse la televisione, provando entusiasmo, felicità, tristezza, nervosismo, oppure piacere, ansia, curiosità? A chi va attribuita la coscienza, capace di interpretare tutto ciò che vede e sente?
Quale entità, nel cervello, ha coscienza e nel corso della vita è capace di vedere le immagini mostrategli in una testa buia e silenziosa, che è capace di pensare, e raggiunge conclusioni e prende infine decisioni?
Ovviamente non è il cervello, fatto di acqua, lipidi e proteine, e di atomi inconsapevoli, a percepire tutto ciò, né gli va attribuita la coscienza. Deve esserci un essere al di là del cervello. Pur essendo un materialista, Daniel Dennett, in uno dei suoi libri, riflette sulla domanda che ci siamo posti:
Il mio pensiero cosciente, e specialmente il piacere che ho provato per la combinazione della luce solare, dei violini solari di Vivaldi e dell'ondeggiare dei rami - oltre al piacere provato al solo pensiero di tutto ciò - come può tutto questo essere solo qualcosa di fisico che accade nel mio cervello? Come può, una qualunque combinazione di eventi elettrochimici nel mio cervello, in qualche modo sommarsi per equivalere al modo in cui centinaia di ramoscelli si sono piegati a tempo con la musica? Come può, un evento di elaborazione di informazioni nel mio cervello, essere il calore gentile della luce del sole che ho sentito poggiarsi su di me? E se è per questo, come può un evento nel mio cervello essere la mia immagine mentale, visualizzata schematicamente, di. qualche altro evento di elaborazione di informazioni nel mio cervello? Certo sembra impossibile. Sembra davvero che gli eventi che sono i miei pensieri ed esperienze coscienti non possano essere eventi cerebrali, ma debbano essere qualcos'altro, qualcosa causato o prodotto da eventi cerebrali, certo, ma qualcosa in più, fatto di altro materiale, situato in un altro spazio. Be', perché no?24
NELL'ASSOLUTO SILENZIO DEL TUO CERVELLO È LA TUA ANIMA AD ASCOLTARE UNA CONFERENZA | |
![]() | In una grande sala le persone che ascoltano con grande attenzione l'oratore possono credere che ogni suono che odono provenga dalla sua bocca. Allo stesso modo, l'oratore espone con sicurezza i suoi pensieri, credendo che il pubblico lo stia udendo. La realtà, però, è completamente diversa e si sta verificando un miracolo straordinario di cui nessuno nella sala è consapevole in quel momento. In verità, l'oratore sta esponendo delle cose agli ascoltatori nel suo cervello, mentre gli ascoltatori ascoltano il discorso nel loro cervello. Invero, tutti i presenti che sono convinti di essere seduti nella stanza stanno in realtà vivendo questo evento nella loro mente. E c'è un'entità nel cervello di ogni individuo nella stanza che ode le correnti elettriche nella forma della voce dell'oratore, e quest'entità non ha bisogno di un orecchio. Questa entità fa esperienza di ogni cosa in maniera talmente realistica che le persone non possono rendersi conto di non essere in realtà in relazione con il suono reale in sé. Quest'entità, creata da Dio in un'unica creazione, è l'ANIMA. Nonostante il profondo silenzio all'interno del cervello, l'anima ode tutto in modo perfettamente chiaro, come l'originale. |
D'altro canto, R.L. Gregory mette in discussione l'esistenza di quell'entità, posta nella parte posteriore del cervello, che osserva ogni immagine:
C'è la tentazione, che va evitata, di dire che gli occhi riproducono immagini nel cervello. Un'immagine nel cervello suggerisce la necessità di qualche tipo di occhio interno che la veda - ma questo avrebbe bisogno di un ulteriore occhio che veda la sua immagine. e così via in un regresso infinito di occhi e immagini. Questo è assurdo. 25
I materialisti che pensano che nulla esista se non la materia non possono comprendere questa particolare domanda. A chi appartiene questo "occhio interno", che vede e percepisce le cose viste e reagisce a esse?
Nel passo seguente, Karl Pribram descrive questa importante ricerca dell'identità del soggetto percipiente da parte di scienza e filosofia:
Dal tempo dei greci i filosofi hanno speculato sul "fantasma" nella macchina, il "piccolo uomo dentro il piccolo uomo" e così via. Dov'è l'Io - l'entità che usa il cervello? Chi realmente conosce? O, come una volta San Francesco d'Assisi pose la questione, "ciò che cerchiamo è ciò che guarda". 26
Sebbene molte persone si avventurino in grande prossimità di questa verità nel rispondere alla domanda "Chi è l'entità che vede?", sono riluttanti ad accettare tutte le sue implicazioni. Come dimostrato negli esempi precedenti, nel discutere l'entità nel cervello, alcuni si riferiscono al "piccolo uomo", mentre altri dicono "il fantasma nella macchina", alcuni si riferiscono all'"essere che usa il cervello" mentre alcuni dicono "l'occhio interno". Tutti questi termini sono stati usati per descrivere l'entità al di là del cervello che possiede la coscienza, e i mezzi per entrare in contatto con questa entità. Le ipotesi materialiste, però, impediscono a molte persone di comprendere la vera natura di questo essere che vede e ode realmente.
L'unica fonte che risponde a questa domanda è la religione. Nel Corano, Dio afferma di avere creato l'uomo fisicamente in principio, e di aver poi "soffiato il Suo Spirito" nell'uomo che aveva creato:
E quando il tuo Signore disse agli angeli: «Creerò un uomo con argilla secca, tratta da mota impastata; quando poi lo avrò plasmato e avrò insufflato in lui del Mio spirito, prosternatevi davanti a lui». (Sura al-Hijr: 28-29)
[Egli] quindi gli ha dato forma e ha insufflato in lui del Suo Spirito. Vi ha dato l'udito, gli occhi e i cuori. Quanto poco siete riconoscenti! (Sura as-Sajda: 9)
In altre parole, l'essere umano ha un'altra esistenza oltre al suo corpo fisico. Quell'entità nel cervello che dice di "osservare" le immagini nel cervello, e "udire" il suono nel cervello e che, consapevole della sua propria esistenza dice "io sono io", è l'anima data agli esseri umani da Dio.
Qualunque essere umano con una mente e una coscienza può comprendere questo: l'essere che osserva ogni cosa che accade nel cervello - osserva come se guardasse uno schermo nel corso della sua vita - è la sua anima. Ogni essere umano ha un'anima che vede senza bisogno degli occhi, ode senza bisogno delle orecchie e pensa senza bisogno del cervello.
L'interpretazione materlialista - che asserisce che la materia è l'unica cosa esistente, e che la coscienza umana è solo il risultato di alcune reazioni chimiche nel cervello - è in imbarazzo rispetto alla questione. Per capirlo può essere istruttivo porre le seguenti domande a un materialista:
Un materialista non sarà in grado di rispondere in maniera soddisfacente a tali domande. La sola spiegazione a queste domande è l'anima che Dio ha dato all'uomo. I materialisti, però, non accettano l'esistenza di alcun essere oltre alla materia. Per questa ragione la verità esposta in questo libro assesta un colpo micidiale al pensiero ateo materialista, e costituisce un argomento che i materialisti rifiutano di discutere più di ogni altro.
Chi fa osservare tutte queste scene alla nostra anima?
A questo livello c'è un'altra domanda che andrebbe posta: la nostra anima osserva le immagini nel nostro cervello. Ma chi crea queste immagini? Può il cervello stesso costituire un'immagine splendente, colorata, chiara, ombreggiata e costituire un intero mondo tramite segnali elettrici in uno spazio minuscolo? Il cervello non è più che un pezzo di carne umido, morbido, ricurvo. Può un semplice pezzo di carne come questo dare forma a un'immagine più chiara di quella che potrebbe fornire un televisore di ultima tecnologia, senza alcun effetto neve o tremolio orizzontale? Può un'immagine di così alta qualità prendere forma dentro un pezzo di carne? Può questo pezzo di carne umida dare origine a un suono in stereo di qualità migliore di un sistema stereo hi-fi della miglior tecnologia, senza alcun fruscio? Ovviamente è impossibile per un cervello, costituito da un chilo e mezzo di carne, dare origine a percezioni così perfette.
Si giunge ora a un'altra verità. Dal momento che tutto ciò che ci circonda, il nostro corpo, le nostre mani, braccia e viso sono esseri ombra, allora anche il nostro cervello è un essere ombra. Perciò non possiamo dire che questo cervello che, in realtà, è esso stesso solo una sensazione visiva, possa dare origine a tali sensazioni visive.
![]() UNA VISIONE DI TALE QUALITÀ PUO’ APPARIRE SU UN PEZZO DI CARNE? |
Ovviamente, se la materia in generale va interpretata come un gruppo di accadimenti, questo deve valere anche per l'occhio, il nervo ottico e il cervello.27
Conscio di questo fatto, il filosofo francese Bergson affermò nel suo libro, Materia e memoria: saggio sulla relazione tra il corpo e lo spirito,che "il mondo è fatto di immagini, le quali esistono unicamente nella nostra coscienza; e il cervello è una di queste immagini".28
Chi, allora, è l'essere che mostra queste immagini alla nostra anima, in tutto il loro realismo e la loro chiarezza, e ci permette di vivere una vita di percezioni ininterrotte?
L'essere che mostra tutte le immagini alla nostra anima, le fa udire ognii suoni, e crea quei sapori e quegli odori per il nostro piacere, è il Signore di tutti i mondi, il creatore di tutto, Dio.
Uno dei più importanti dilemmi del materialismo: la coscienza umana
La filosofia materialista non può in alcun modo spiegare l'origine della coscienza umana, cioè delle esperienze qualitative che appartengono all'anima umana. Per la filosofia materialista, la materia è l'unica cosa esistente. Le qualità che appartengono all'anima di un essere umano, quali la coscienza, il pensiero, i processi decisionali, la felicità, l'entusiasmo, il desiderio, il godimento e il giudizio, non possono in alcun modo essere spiegate dalle concezioni materialiste. I materialisti sorvolano velocemente l'argomento dicendo: "La coscienza umana è solo il risultato delle funzioni del cervello". Uno scienziato materialista, Francis Crick, riassume questa affermazione materialista come segue:
Le tue gioie e i tuoi dolori, i tuoi ricordi e le tue ambizioni, il tuo senso di identità personale e di libero arbitrio, sono di fatto non più che il comportamento di un immenso insieme di cellule nervose e delle molecole a esse associate.29
Una tale affermazione, però, non può essere difesa né dalla scienza né dalla logica. I pregiudizi del materialismo inducono i materialisti ad avanzare questo genere di spiegazioni in riferimento alle qualità dell'anima umana. Per non accettare il fatto che c'è un essere al di là del mondo materiale, essi tentano di ridurre l'intelligenza umana alla materia e fanno affermazioni che non hanno alcuna relazione con l'intelligenza o la logica.
Lo scrittore di testi scientifici John Horgan, sebbene sia solidale con quella posizione materialista definita "riduzionismo", fa rilevare i seguenti problemi nelle affermazioni di Francis Crick:
In un certo senso, Crick ha ragione. Non siamo altro che un mucchio di neuroni. Nello stesso tempo, le neuroscienze si sono finora dimostrate stranamente insoddisfacenti. Spiegare la mente in termini di neuroni non ha prodotto molte più intuizioni o vantaggi che spiegare la mente in termini di quark ed elettroni. Esistono vari tipi di riduzionismo. Non siamo altro che un mucchio di geni caratteristici. Non siamo altro che un mucchio di dispositivi computazionali destinati a compiti differenti. Non siamo altro che un mucchio di nevrosi sessuali. Queste dichiarazioni, come quella di Crick, sono tutte difendibili, e sono tutte inadeguate.30
![]() | È palese che delle mere cellule non possono dare a una persona coscienza, intelligenza, capacità di pensiero e parola, e sentimenti quali l'amore, la compassione, la misericordia, il desiderio. |
Ovviamente, tutte queste spiegazioni sono inadeguate e decisamente non logiche. Ogni fanatico materialista è di fatto consapevole di questa verità. Non sorprende il fatto che anche Thomas Huxley, il principale sostenitore di Darwin, affermò che la coscienza non può essere spiegata come interazione di neuroni: "Come sia possibile che qualcosa di così straordinario come uno stato di coscienza risulti dall'eccitazione del tessuto nervoso, è inspiegabile proprio come l'apparizione del Genio, quando Aladino strofinò la lampada"31
Dal tempo di Huxley fino a oggi, l'impossibilità di spiegare la coscienza umana in termini di neuroni non si è risolta. Ciò, però, non è dovuto all'inadeguatezza della scienza a tale riguardo. Invece, specialmente verso la fine del XX secolo, ci sono stati molti sviluppi nel campo della neurologia e molti misteri sono stati svelati. Queste scoperte, però, hanno mostrato che la coscienza umana non può in alcun modo essere ridotta alla materia e che la realtà si trova al di là di essa. Anche uno dei più grandi scrittori darwinisti-materialisti, il tedesco Hoimar Von Ditfurth, confessa il fatto che i metodi attualmente adottati non sono in grado di descrivere la coscienza umana:
È ovvio che, dato lo stato attuale della ricerca nel campo della storia naturale e dello sviluppo genetico, non saremo in grado di dare una risposta su che cosa sono coscienza, spirito, intelligenza e sentimenti. Il motivo è che il livello della coscienza psichica è il più alto livello cui l'evoluzione è giunta, almeno in questo mondo. Perciò, sebbene siamo in grado di osservare dall'esterno gli altri stadi e fasi dell'evoluzione, elevandoci al di sopra di essi, sempre con l'aiuto della nostra coscienza, non siamo in grado di avere accesso alla coscienza (o spirito) stessa in modo analogo. Questo perché non abbiamo a disposizione alcun livello più elevato della coscienza stessa.32
Il filosofo e dottore in matematica americano, William A. Dembski, nel suo articolo "Converting Matter into Mind" ("Trasformare la materia nella mente"), afferma che per quanto il funzionamento biochimico dei neuroni nel cervello umano e le funzioni mentali che esso coinvolge siano stati intesi, facoltà quali la capacità di prendere decisioni, il desiderio e la ragione non possono essere "ridotte alla materia". Dembski fa anche rilevare che gli specialisti della coscienza si sono resi conto dell'errore del riduzionismo:
. Gli scienziati cognitivi abbandonano la speranza di comprendere questo livello più elevato tramite il livello neurologico più basso.Perciò, pur mantenendo la dedizione al materialismo, la speranza di spiegare l'intelligenza umana a livello neurale, che per il materialista è il livello logico, non è una considerazione seria. 33
È impossibile descrivere la coscienza mediante una visione del mondo materialista, indipendentemente dai traguardi raggiunti dallo sviluppo scientifico. Con l'emergere di nuovi dettagli relativi al cervello, appare sempre più chiaro che la mente è irriducibile alla materia. I materialisti devono accantonare i loro pregiudizi e pensare in maniera più approfondita, ampliando l'ambito delle ricerche, se intendono comprendere il concetto della coscienza umana, perché è impossibile definire il vero significato di essa mediante la materia. La coscienza è una funzione dell'anima la quale è data all'uomo da Dio.
Domande per il materialisti
È assolutamente illogico affermare che pensieri, giudizi, meccanismi decisionali, o sentimenti (quali la felicità, l'entusiasmo e la delusione) siano meramente il risultato dell'interazione di neuroni nel cervello di un essere umano. I materialisti che riflettono più a fondo sulla questione sono consapevoli di questa verità. Il famoso materialista Karl Lashley, fece la seguente affermazione verso la fine della sua carriera, sebbene avesse per anni sostenuto l'idea che la coscienza umana poteva essere ridotta alla materia:
Che si consideri la relazione tra mente e corpo una questione genuinamente metafisica o un'illusione sistematizzata, rimane un problema per lo psicologo (e per il neurologo che si occupa dei problemi umani) che non sussiste per il fisico. Come può il cervello, un sistema fisico-chimico, percepire o conoscere alcunché; o sviluppare l'illusione di farlo? 34
Lashley richiamò l'attenzione su questo contrasto con una singola domanda. Ci sono molti altri dettagli, però, su cui i materialisti devono riflettere. Le spiegazioni elencate qui sotto illustrano alcune delle questioni che rivelano l'impasse dell'approccio materialista, e su cui si deve quindi riflettere a fondo:
Se i materialisti considereranno sinceramente tali questioni, si renderanno conto che tutti, loro compresi, differiscono da gruppi di neuroni o mucchi di atomi. Per quanto materialista, lo specialista del cervello Wolf Singer ammette questo fatto quando dice "In questo confuso materiale dell'universo c'è 'qualcosa' che percepisce se stesso come un 'Io sono'"35
Questo "qualcosa" cui lo scienziato si riferisce è in realtà l'anima che Dio ha dato all'essere umano. Il fatto che una persona possa pensare, essere felice, entusiasmarsi, produrre nuove idee, od opporsi alle idee di altri, oppure conoscere concetti quali l'onore, il rispetto, l'amore, l'amicizia, la lealtà, la sincerità e l'onestà, avviene grazie a quest'anima posseduta dall'essere umano. I neuroni e gli atomi di cui è costituito l'essere umano non sono in grado di pensare, prendere decisioni, produrre idee filosofiche o conoscere i sentimenti di amore, compassione o affetto.
I materialisti, quando sono soli, conoscono e accettano questa verità. Dato che, tuttavia, considerano i loro pregiudizi materialisti il requisito della scienza e della ragione, non possono arrivare ad accettare questa realtà indiscussa. D'altro canto, la situazione difficile in cui si mettono all'unico scopo di sostenere il materialismo, e le idee illogiche che ne conseguono, in realtà arrecano loro un danno ancora maggiore. Chi afferma che "i nostri pensieri sono il prodotto dei nostri atomi ed elettroni" non è diverso da chi crede che i suoi sogni siano reali, o da colui che inventa storie incredibili e favolose e finisce poi per crederci.
La verità è questa: un esser umano è un essere che possiede un'anima donata da Dio, e grazie ad essa, egli può pensare, parlare, essere contento, prendere decisioni, fondare civiltà e guidare paesi.

























































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