Anche il processo uditivo opera in un modo simile a quello visivo. In altre parole, sentiamo i suoni nel nostro cervello nello stesso modo in cui percepiamo la visione del mondo esterno nel nostro cervello. L'orecchio cattura i suoni intorno a noi e li trasmette all'orecchio medio. L'orecchio medio amplifica le vibrazioni sonore e le porta all'orecchio interno. L'orecchio interno trasforma queste vibrazioni sonore in segnali elettrici, sulla base della loro frequenza e intensità, e poi le trasmette al cervello. Questi messaggi all'interno del cervello vengono poi trasferiti all'area uditiva, dove i suoni vengono interpretati. Perciò, il processo uditivo ha luogo nel centro dell'udito essenzialmente nello stesso modo in cui il processo visivo ha luogo nel centro della visione.
![]() L’orecchio esterno cattura le onde sonore e le trasmette all’orecchio medio. Questo amplifica tali suoni e li trasmette all’orecchio interno. Questo, a sua volta, converte i suoni in segnali elettrici sulla base della loro intensità e frequenza e poi li manda al cervello. |
I suoni reali non esistono quindi al di fuori del nostro cervello, anche se ci sono vibrazioni fisiche che chiamiamo onde sonore. Queste onde sonore non vengono trasformate in suoni all'esterno o all'interno delle nostre orecchie, ma piuttosto nel nostro cervello. Come il processo visivo non è eseguito dai nostri occhi, così nemmeno le nostre orecchie operano il processo uditivo. Per esempio, quando si discorre con un amico o un'amica, se ne osserva l'immagine nel proprio cervello, e se ne sente la voce nel proprio cervello. Quando la scena prende forma nel cervello, si ha un forte senso delle tre dimensioni, e anche la voce dell'amico sarà udita con un simile senso di profondità. Per esempio, si potrebbe vedere l'amico a una grande distanza, oppure seduto alle proprie spalle; nello stesso modo se ne sente la voce come proveniente da lui, da un luogo vicino o da dietro. La voce dell'amico, però, non è lontana o alle spalle. È nel cervello.
La straordinarietà della reale natura del suono che si ode non è limitata a questo. Il cervello è in realtà isolato sia rispetto alla luce che rispetto al suono. Il suono, di fatto, non entra mai in contatto con il cervello. Perciò, malgrado il volume dei suoni uditi, l'interno del cervello è in realtà molto silenzioso. Si odono, però, dei rumori, delle voci per esempio, molto chiaramente nel cervello. Essi sono così distinti che una persona in salute li ode senza difficoltà o distorsioni. Si ode la sinfonia di un'orchestra nel proprio cervello, il quale è isolato acusticamente; si possono udire tutti i suoni in un ampio spettro di frequenze e decibel che va dal suono delle foglie al suono dei jet. Quando ci si reca a un concerto del proprio cantante preferito, i suoni bassi e alti che riempiono lo stadio intero si costituiscono nel profondo silenzio del cervello. Quando si canta da soli ad alta voce se ne ode il suono nel cervello. Se, in quel momento, si avesse però la possibilità di registrare il suono nel proprio cervello con un registratore, si udirebbe solo silenzio. Questo è un fatto straordinario. I segnali elettrici che giungono al cervello sono uditi nel proprio cervello come suoni, per esempio il suono di un concerto in uno stadio affollato.
SEBBENE LE PERSONE SUPPONGANO L’ESISTENZA DI UN MONDO MATERIALE AL DI FUORI DEL NOSTRO CERVELLO, LA LUCE, IL SUONO, E I COLORI NON ESISTONO; ESISTE SOLO L’ENERGIA Nonostante sia stato scientificamente provato che tutte le nostre sensazioni prendono forma all’interno del nostro cervello, alcuni ancora sostengono che gli originali delle immagini che vediamo esistono fuori di esso. Non saranno mai in grado, però, di provare questa affermazione. Inoltre, sebbene pensino che la materia esista fuori dal loro cervello, come si è detto prima, la luce, il suono e i colori non esistono fuori dal nostro cervello. La luce esiste solo sotto forma di onde di energia e pacchetti di energia, e noi diventiamo consapevoli della luce solo quando questa colpisce la retina. Analogamente, non c’è nessun suono. Ci sono solo onde di energia. Il suono prene forma solo quando queste onde di energia raggiungono il nostro orecchio e sono in seguito trasmesse al nostro cervello. Non c’è nemmeno il colore, all’esterno. Quando diciamo “non c’è nessun colore” qualcuno potrebbe pensare a una scena in nero, bianco o grigio. Di fatto, anche questi sono colori. Nel mondo esterno al nostro cervello non esistono nemmeno il nero, il bianco e il grigio. Esistono solo onde di energia che variano in intensità e frequenza, e queste onde di energia sono convertite in colori solo tramite le cellule dell’occhio del cervello.
La fisica quantistica è un’altra branca della scienza che mostra quanto le affermazioni a favore dell’esistenza della materia siano ingiustificate. La verità più importante scoperta dalla fisica quantistica, che lascia i materialisti senza parole, è che la materia è vuota al 99.9999999%. Nei suoi studi di fisica e psicologia, Peter Russell descrive spesso la coscienza umana. In un saggio adattato da un suo libro, From Science To God (Dalla scienza a Dio), Russell spiega così questa verità: Si prendano, per esempio, le nostre idee per quanto riguarda la natura della materia. Per duemila anni si è pensato che gli atomi fossero piccole palline di materia solida – un modello chiaramente tratto dall’esperienza quotidiana. Poi, quando i fisici scoprirono che gli atomi sono composti di particelle più elementari, subatomiche (elettroni, protoni, neutroni e così via), il modello diventò quello di un nucleo centrale circondato da elettroni in orbita – di nuovo un modello basato sull’esperienza. Un atomo può essere piccolo, un mero miliardesimo di un pollice, ma queste particelle subatomiche sono centinaia di migliaia di volte più piccole. Si immagini il nucleo di un atomo ingrandito fino ad avere la grandezza di un chicco di riso. L’intero atomo sarebbe allora della grandezza di uno stadio di football, e gli elettroni sarebbero altri chicchi di riso che svolazzano intorno agli stand. Come pose la questione il fisico inglese dell’inizio del ventesimo secolo, Sir Arthur Eddington “la materia è per la maggior parte spazio vuoto e spettrale” - 99.9999999 per cento spazio vuoto, per essere un po’ più precisi. Con l’avvento della teoria dei quanti, fu scoperto che anche queste stesse minuscole particelle subatomiche sono molto lontane dall’essere solide. Di fatto, non sono per nulla come la materia – almeno non sono nulla di simile alla materia come la conosciamo. Non possono essere individuate né misurate precisamente. Sono più come nuvole confuse di esistenza potenziale, senza una posizione chiara. Il più delle volte sembrano più onde che particelle. [Peter Russell, The Mystery of Consciousness and the Meaning of Light (Il mistero della coscienza e il significato della luce), 12 ottobre 2000. http://www.arlingtoninstitute.org/futureedition/From_Science-To-God.htm] Possiamo quindi vedere che, mentre molti sostengono che ciò che vedono nel loro cervello esiste fuori di loro, la scienza ci mostra che, al di là dei confini del nostro cervello, ci sono solo onde di energia e pacchetti di energia. Al di là del nostro cervello non ci sono né luce, né suono né colore. Inoltre, gli atomi e le particelle subatomiche che costituiscono un materiale sono in realtà gruppi slegati di energia. Ne risulta che sebbene alcuni credano nell’esistenza della materia, essa è fatta di spazio. In verità, Dio crea la materia attraverso un’immagine che possiede queste qualità. |
Ogni odore si trova nel cervello
Se si chiedesse a qualcuno come sente gli odori intorno a lui, probablimente risponderebbe "con il mio naso". Questa risposta, però, non è quella corretta, anche se alcuni concluderebbero subito che sia la verità. Gordon Shepherd, un professore di neurologia dell'università di Yale, spiega perché ciò non è corretto: "Crediamo di sentire gli odori con il nostro naso, [ma] ciò è un po' come dire che udiamo con i lobi delle nostre orecchie"9![]() Il cervello è isolato sia rispetto al suono che rispetto alla luce. Perciò, anche se i rumori che udiamo sono alti, l’interno del nostro cervello è molto silenzioso. In questo silenzio, però, c’è una coscienza in grado di interpretare i segnali elettrici come una melodia che lui o lei amano, o come la voce di un amico o il suono del telefono. |
Di conseguenza, un odore non viaggia in nessuna particolare direzione, perché tutti gli odori sono percepiti dal centro dell'olfatto nel cervello. Per esempio, l'odore di una torta non viene dal forno, nello stesso modo in cui l'odore della pietanza non viene dalla cucina. Analogamente, l'odore del caprifoglio non viene dal giardino e l'odore del mare, un po' lontano da te, non proviene dal mare. Tutti questi odori sono sentiti in un certo punto, in un relativa area cerebrale. Non c'è concetto di destra o sinistra, davanti o dietro, al di fuori di questo centro sensoriale. Sebbene ognuna delle sensazioni sembri aver luogo con diversi effetti, e possa sembrare provenire da diverse direzioni, tutte di fatto accadono all'interno del cervello. Si presume che gli odori che si trovano nel centro dell'olfatto del cervello siano gli odori degli oggetti materiali esterni. L'immagine della rosa, però, è generata nel centro della visione e il suo odore è generato nel centro dell'olfatto. Se anche ci fosse un odore reale all'esterno, non si potrebbe mai entrare in contatto con il suo originale.
George Berkeley, un filosofo che ha compreso l'importanza di questa verità, afferma "In principio, si pensava che colori, odori, ecc., 'esistessero realmente', ma in seguito tali opinioni furono abbandonate, e fu compreso che essi esistono esclusivamente come dipendenti dalle nostre sensazioni".
Può essere istruttivo prendere in esame i sogni al fine di comprendere il fatto che un odore è solo una sensazione. Quando si sogna, nello stesso modo in cui le immagini sono viste molto realisticamente, anche gli odori sono percepiti come fossero reali. Per esempio, una persona che nel suo sogno va al ristorante, può scegliere la sua cena tra gli odori dei cibi sul menu; sognando una gita al mare si sente distintamente l'odore del mare, e sognando un giardino di margherite si farebbe esperienza, nel sogno, del piacere dei magnifici profumi. Similmente, sognando di andare in un negozio di profumi e di scegliere un profumo, si sarebbe in grado di distinguere tra gli odori dei profumi, uno a uno. Tutto, nel sogno, è così realistico che quando ci si sveglia si può essere colti di sorpresa da questa circostanza.
Di fatto, non è necessario analizzare i sogni per comprendere l'argomento. Basta anche solo immaginare una delle situazioni citate, come l'esempio delle margherite. Se ci si concentra sulla margherita, si può avere l'impressione di essere consapevoli del suo profumo, anche se non è lì. Il profumo, in questo momento, si trova nel cervello. Se vuoi visualizzare tua madre nella tua mente, puoi vederla nella tua mente, anche se non è lì di fronte a te; nello stesso modo puoi immaginare l'odore del giglio, anche se non è lì.
TUTTI GLI ODORI SI TROVANO NEL NOSTRO CERVELLO NON CI SONO ODORI NEL MONDO ESTERNO ![]() |
Michael Posner, uno psicologo, e Marcus Raichle, un neurologo dell'università di Washington, parlano del problema di come la visione e gli altri sensi si formino anche in assenza di stimoli esterni:
Apri gli occhi, e una scena riempie il tuo panorama senza sforzo; chiudi gli occhi e pensa a quella scena, e puoi richiamarne l'immagine, certamente non tanto vivida, nitida o completa come una scena che si veda con i propri occhi, ma tale comunque da coglierne le caratteristiche essenziali della scena. In entrambi i casi, un'immagine della scena prende forma nella mente. L'immagine che si è costituita da reali esperienze visive viene chiamata "percetto", per distinguerla da un'immagine immaginata. Il percetto prende forma come risultato della luce che colpisce la retina e invia segnali che sono ulteriormente elaborati nel cervello.Ma in che modo accade che possiamo creare un'immagine quando non c'è luce che colpisca la retina e invii tali segnali?10
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![]() La funzione del naso è quella di ricevere i segnali odorosi e di trasmetterli al cervello. L’odore di una zuppa, o di una rosa, è percepito nel cervello. Una persona, però, può sentire l’odore della rosa o della zuppa in un sogno, anche in assenza di zuppe o rose. Dio dà forma a un insieme così convincente di sensazioni all’interno del cervello, con il gusto, l’odorato, la vista, il tatto e l’udito, che è necessaria una lunga spiegazione per dimostrare alle persone che tutte queste sensazioni sono ubicate nel cervello e che, in realtà, non si ha relazione alcuna con gli originali di ciò che vedono. Questa è la magnifica sapienza di Dio. Una persona può crearsi l’immagine di sua moglie o immaginare l’odore di una margherita nel suo cervello con una minima concentrazione. La domanda è, allora: chi vede senza bisogno di un occhio o sente un odore senza bisogno di un naso, cose che non sono fisicamente prossime? Questo essere è l’anima della persona. |
Non c'è bisogno di una fonte esterna per costituire un'immagine nella mente. La stessa circostanza vale per il senso dell'olfatto. Nello stesso modo in cui si è consapevoli, nei sogni o nell'immaginazione, di un odore che non esiste realmente, non si può essere sicuri se questi oggetti, di cui se ne sente l'odore nella vita reale, esistano all'esterno di noi. Anche presumendo che questi oggetti esistano al di fuori di noi, non è possibile mai entrare in relazione con gli oggetti originali.
Ogni sapore si trova nel cervello
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L'immagine di una torta sarà associata al gusto dello zucchero. Ciò avviene nel cervello e tutto quanto è percepito è relativo alla torta che piace tanto. Il gusto di cui si è consci dopo aver mangiato la torta con grande appetito, non è altro che un effetto generato nel cervello da segnali elettrici. Si è consapevoli esclusivamente di ciò che il cervello interpreta degli stimoli esterni. Non si può mai entrare in contatto con l'oggetto originale; per esempio non si può vedere, odorare, gustare il cioccolato reale di per se stesso. Se i nervi del gusto nel cervello fossero recisi, sarebbe impossibile che il gusto di qualsiasi cibo mangiato raggiungesse il cervello, e si perderebbe completamente il senso del gusto. Il fatto che i gusti di cui si è consapevoli appaiano straordinariamente reali, di certo non dovrebbe trarre in inganno. Questa è la spiegazione scientifica della questione.
TUTTI I SAPORI SI TROVANO NEL NOSTRO CERVELLO ![]() |
Anche il senso del tatto si trova cervello
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C'è un fatto, però, che persone del genere non riescono a capire, o che forse semplicemente ignorano.Anche il senso del tatto si trova nel cervello tanto quanto tutti gli altri sensi. Ciò a dire che, quando si tocca un oggetto materiale, si sente se è duro, morbido, umido, appiccicoso o serico nel cervello. Gli effetti che provengono dai polpastrelli sono trasmessi al cervello sotto forma di segnali elettrici e questi segnali sono percepiti nel cervello come senso del tatto. Per esempio, quando si tocca una superficie ruvida, non è possibile sapere in alcun modo se la superficie è, in verità, davvero ruvida, o la sensazione reale data da una superficie ruvida. Questo perché non si può in alcun entrare in contatto con l'originale di una superficie ruvida. La conoscenza che si ha del contatto con una superficie ruvida è l'interpretazione data dal cervello a determinati stimoli.
Una persona, mentre discorre con un caro amico bevendo una tazza di tè, immediatamente lascia cadere la tazza quando si brucia la mano con la tazza bollente. In verità, però, quella persona avverte il calore della tazza nella mente, non sulla mano. La stessa persona visualizza l'immagine della tazza di tè nella mente, dove anche ne sente l'odore e il gusto. Quest'uomo, però, non si rende conto che il tè che sta gustando è in realtà una sensazione nel suo cervello. Egli presuppone che il bicchiere esista al di fuori di lui, e parla con il suo amico, la cui immagine si trova, anch'essa, all'interno del suo cervello. Di fatto, questo è un caso straordinario. L'ipotesi di toccare il bicchiere originale e di bere il tè originale, che sembra essere giustificata dalla sua impressione della durezza e del calore della tazza e del gusto e dell'odore del tè, mostra la stupefacente chiarezza e perfezione delle sensazioni che esistono all'interno del cervello.
ANCHE IL SENSO DEL TATTO SI TROVA ALL’INTERNO DEL NOSTRO CERVELLO ![]() |
Questa importante verità, che necessita di un attento esame, è espressa da un filosofo del ventesimo secolo, Bertrand Russell:
![]() Che tu provi la sensazione di toccare il libro che ora stai leggendo non cambia il fatto che l’immagine del libro si trova all’interno del tuo cervello. Come con l’apparire del libro, anche la sensazione tattile ha luogo nel tuo cervello. |
Per quanto riguarda la sensazione tattile che abbiamo quando facciamo pressione sul tavolo con le dita, questa è un'interferenza elettrica e dei protoni sui polpastrelli, prodotta, secondo la fisica moderna, dalla vicinanza degli elettroni e dei protoni all'interno del tavolo. Se la stessa interferenza sulla punta delle dita si verificasse in qualunque altro modo, ne dovremmo avere la sensazione, independentemente dalla presenza del tavolo.11
Il fatto che Russell discute qui è estremamente importante. Di fatto, se i polpastrelli vengono stimolati in modo differente, è possibile avere delle impressioni completamente diverse. Come si mostrerà più avanti in dettaglio, questo può oggi essere conseguito mediante simulatori meccanici. Con l'apporto di un guanto speciale, una persona può provare la sensazione di accarezzare un gatto, stringere la mano a qualcuno, lavarsi le mani, o toccare un materiale duro, anche in assenza di queste cose. In verità, ovviamente, nessuna di queste sensazioni rappresenta cose esistenti nel mondo reale. Ciò fornisce una prova ulteriore del fatto che tutte le sensazioni provate da un essere umano prendono forma nella mente.Non possiamo in alcun modo entrare in contatto con l'originale del mondo che si trova nel nostro cervello
Come è stato dimostrato, tutto ciò di cui facciamo esperienza, che vediamo, udiamo, e di cui abbiamo impressioni nel corso della nostra vita, si trova nel nostro cervello. Per esempio, qualcuno che guarda fuori dalla finestra seduto su una poltrona sente la durezza della stessa e la scivolosità del materiale di cui essa è composta nel suo cervello. L'odore del caffè proveniente dalla cucina si trova nella mente, non in quel luogo un po' distante che è la cucina. Il panorama del mare, con gli uccelli e gli alberi che contempla dalla finestra sono tutte immagini costituitesi nel cervello. Anche l'amico che sta servendo il caffè, e il gusto del caffè, esistono nel cervello. In breve, chi, seduto nel suo soggiorno, guarda fuori dalla finestra, in verità osserva il suo soggiorno e il panorama su uno schermo nel suo cervello.Ciò che un essere umano descriverebbe come "la mia vita" è una collezione di tutte le percezioni riunite in maniera sensata e osservate su uno schermo nel cervello. Non si può in alcun modo uscire dal proprio cervello.Non è in alcun modo possibile conoscere la reale natura del mondo materiale originale esterno al cervello. Non possiamo sapere se l'originale, per esempio il verde di una foglia, corrisponda a come lo percepiamo. Parimenti, non possiamo in alcun modo scoprire se un dessert è davvero dolce o se questo è solo il modo in cui il cervello lo percepisce. Si immagini, per esempio, un paesaggio che si è visto in passato. Per quanto non ci stia è di fronte, lo si vede nel cervello. Rita Carter, autrice di testi scientifici, afferma che non è realmente possibile vedere l'originale quando si osserva un volto o un panorama, ma un'interpretazione dell'originale o una versione che ne è una completa ricostruzione. Aggiunge che per quanto perfetta possa essere la riproduzione di queste copie, saranno comunque diverse o inferiori rispetto all'originale. (Rita Carter, Mapping the Mind (Mappare la mente), University of California Press, London, 1999, p. 135)
Lo stesso accade quando si contempla un paesaggio. Non c'è di fatto differenza tra l'immaginare un paesaggio quando esso è ormai lontano e il vederlo da vicino. Perciò, quando si contempla un panorama in realtà ciò che si vede non è che una versione costruita nel cervello, non l'originale.
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Con la vista ricevo le idee di luce e colori, nelle loro molteplici gradazioni e variazioni. Con il tatto percepisco il duro e il soffice, il caldo e il freddo, il movimento e la resistenza. L'olfatto mi fa conoscere gli odori; il palato i sapori; l'udito mi comunica i suoni. E quando si nota che tanti di questi aspetti si accompagnano, avviene che gli si dà un nome, e che vengano considerati come una cosa sola. Perciò, per esempio, se si nota che un certo colore, sapore, odore, una certa forma e consistenza si ritrovano insieme, ci si riferisce a essi come a un oggetto preciso, che si denota con il nome mela; altri raggruppamenti di idee costituiscono una pietra, un albero, un libro e altre simili cose sensibili.12
La verità che Berkeley esprime con queste parole è questa: noi definiamo un oggetto interpretando le diverse sensazioni di cui abbiamo esperienza nel cervello. Come nel caso del suo esempio, il sapore e l'odore di una mela, la sua durezza e rotondità e quelle sensazioni collegate alle sue altre qualità sono percepite dal nostro cervello come un intero che noi percepiamo quindi come una mela. Non possiamo, però, mai entrare in relazione con l'originale della mela, ma solo con la nostra percezione di essa. Ciò che possiamo vedere, odorare, gustare, toccare o udire sono solo copie all'interno del cervello.Quando si considera tutto ciò che è stato finora discusso, la verità si rivela in tutta chiarezza. Per esempio:
o Se possiamo vedere una strada piena di luci colorate e tutti i colori con le loro splendenti sfumature nel cervello, dove non c'è luce reale, allora vediamo copie di insegne, luci, lampioni e fari di auto, prodotte dai segnali elettrici all'interno del cervello
o Dal momento che nessun suono può entrare nel cervello, non possiamo in alcun modo udire le voci originali dei nostri cari. Udiamo solo copie.
o Non possiamo sentire il fresco del mare, il calore del sole - ne percepiamo solo le copie nel nostro cervello
o Allo stesso modo, nessuno è mai stato in grado di gustare l'originale della menta. Il sapore che si riconosce come menta è solo una percezione che si trova nel cervello. Questo perché non si può toccare l'originale della menta, vedere l'originale della menta o odorare o gustare l'originale della menta.
NON SI PUÒ IN ALCUN MODO USCIRE DALLO SPAZIO DEL CERVELLO NEL CORSO DELLA VITA ![]() Immagina di entrare in una stanza scura che contenga un grande schermo televisivo. Se potessi osservare l’esterno solo attraverso questo schermo, naturalmente ben presto ti annoieresti e vorresti uscire. Rifletti per un momento sul fatto che il luogo in cui sei non è diverso. Dentro il tuo scuro, piccolo cranio, simile a una scatola, nel corso della tua vita osservi le immagini del mondo esterno. Continui a osservare tutte queste immagini nel tuo cervello senza uscire da questo piccolo luogo e non te ne stanchi mai. Inoltre, non crederesti mai di osservare tutte queste cose da un singolo schermo. Le immagini sono così convincenti che in migliaia di anni, miliardi di persone non sono riuscite a rendersi conto di questa grande verità. |
Alcune persone accettano il fatto che le immagini si trovino nel cervello, ciò nonostante sostengono che gli originali delle immagini siano esterni. Ma non è possibile provarlo in alcun modo, perché nessuno è stato in grado di andare al di là dalle percezioni che esistono nel cervello. Tutti vivono nella cella che si trova nel cervello, e nessuno può fare esperienza di nulla tranne di ciò che gli è mostrato dalle sue percezioni. Di conseguenza, non si può sapere in alcun modo cosa accade al di fuori delle proprie percezioni. Perciò dire "Là fuori ci sono gli originali" sarebbe di fatto un'assunzione ingiustificata, perché non c'è nulla che possa essere impugnato come prova. Inoltre, anche se là fuori ci fossero gli originali, tali "originali" verrebbero comunque visti dal cervello, e ciò significa che l'osservatore avrebbe a che fare con le immagini costituite nel suo cervello. Di conseguenza tali affermazioni sono insostenibili perché le persone non sono in grado di entrare in contatto con "gli equivalenti materiali" di cui assumono l'esistenza.
Va anche sottolineato che lo sviluppo scientifico o tecnologico non può cambiare nulla, perché ogni scoperta scientifica o invenzione tecnologica si forma nella mente delle persone, e di conseguenza non può essere di nessun aiuto a che le persone entrino in contatto con il mondo esterno.
Le opinioni di rinomati filosofi come B. Russell e L. Wittgenstein su questo argomento sono le seguenti:
Per esempio, che un limone esista veramente o meno e come abbia avuto origine non può essere discusso o indagato. Un limone consiste meramente di un sapore sentito dalla lingua, un odore sentito dal naso, un colore e una forma di cui gli occhi hanno sensazione; e solo tali caratteristiche possono essere oggetto di esame e giudizio. La scienza non può in alcun modo conoscere il mondo fisico.13
Il filosofo G. Berkeley cha chiaramente affermato che le nostre percezioni esistono solo nella nostra mente e che saremmo in errore presumendo senza riflettere che esse esistano nel mondo esterno:Crediamo nell'esistenza degli oggetti solo perché li vediamo e tocchiamo, e perché essi ci vengono rivelati dalle nostre percezioni. Le nostre percezioni, però, sono solo idee nella nostra mente. Perciò, gli oggetti che cogliamo tramite le nostre percezioni non sono altro che idee, e queste idee non sono sostanzialmente in alcun luogo se non nella nostra mente. Visto che tutto ciò esiste solo nella mente, allora significa che siamo sedotti da chimere quando immaginiamo che l'universo e le cose abbiano un'esistenza al di fuori della mente. Nessuno degli oggetti che ci circondano ha quindi un'esistenza esterna alla nostra mente. 14
Va aggiunto che non è importante per le persone che qualcosa con cui non si possa entrare in contatto, che non si possa vedere o toccare, esista o meno, perché indipendentemente dall'esistenza o meno di un mondo materiale, un essere umano osserva solo il mondo di percezioni nel suo cervello. Non ci si può in alcun modo imbattere nel vero originale di un oggetto fisico. Inoltre è sufficiente per tutti vederne la copia. Per esempio, chi si aggiri in un giardino con fiori colorati non vede il giardino originale, ma la copia di esso nel suo cervello. Questa copia del giardino, però, è così realistica che ognuno riceve piacere da essa, come se fosse reale, anche se di fatto è immaginaria. Miliardi di persone, fino al giorno d'oggi, hanno presunto di vedere l'originale di ogni cosa. Di conseguenza, non c'è ragione che le persone si interessino a ciò che è "all'esterno".Anche il senso della distanza è una percezione che ha luogo nel cervello
Si immagini una folla lungo una strada con negozi, edifici, automobili, clacson che suonano. Quando si osservi tutto questo, appare reale. Per tale motivo, la maggior parte delle persone non riesce a capire che ciò che vede è prodotto nel cervello, e assume che sia tutto reale. Ciò che vedono è stato creato in un modo talmente perfetto che è impossibile comprendere che l'immagine che viene percepita come reale non è il mondo originale esterno, ma solo un'immagine riprodotta che esiste nella mente.![]() ![]() ![]() Una persona che guida un’automobile pensa che la strada e gli alberi che sta oltrepassando siano lontani da lui. Tutto ciò che vede, però, è in realtà su un piano unico nel suo cervello proprio come in una fotografia. |
Si immagini ora di guidare un'automobile. Il volante è a una certa distanza dalle braccia e c'è un gruppo di semafori a circa 100m di distanza. L'automobile in fronte dista circa 10m, mentra ci sono montagne all'orizzonte, che, secondo le stime, dovrebbero trovarsi a molti chilometri di distanza. Tutte queste stime, però, sono errate. Né l'automobile né le montagne sono alla distanza che si presume. Di fatto, tutto ciò che si vede, come su una pellicola cinematografica, esiste su un fotogramma bidimensionale, su un'unica superficie all'interno del cervello. Le immagini che vengono riflesse all'occhio sono bidimensionali, come quelle su uno schermo televisivo. Date queste condizioni, come può formarsi la percezione di profondità e distanza?
Ciò a cui ci si riferisce come senso della distanza è un modo di vedere in tre dimensioni. Gli elementi che causano l'effetto di distanza e profondità delle immagini sono la prospettiva, l'ombra e il movimento. La natura della percezione, la quale viene definita percezione spaziale in ottica, è fornita da sistemi molto complicati. Tale sistema può essere descritto semplicemente così: l'immagine che giunge all'occhio è bidimensionale. Ciò a dire che ha le misure di altezza e larghezza. Il senso di profondità e distanza deriva dal fatto che due occhi vedono due diverse immagini nello stesso momento. L'immagine che giunge a ognuno degli occhi si differenzia dall'altra in termini di angolazione e luce. Il cervello monta queste due diverse immagini per costituire il nostro senso di profondità e distanza.
È possibile fare un esperimento per comprendere meglio questo fatto. Primo, si tenda il braccio destro in avanti tenendo l'indice alzato. Si fissi ora lo sguardo sul dito e si chiuda quindi prima l'occhio sinistro e poi quello destro. Dato che due diverse immagini raggiungono ciascun occhio, si vedrà il dito muoversi leggermente da una parte. Si aprano ora entrambi gli occhi e, continuando a fissare l'indice destro, si porti l'indice sinistro il più vicino possibile all'occhio. Si noterà che il dito più vicino avrà creato due immagini. Ciò accade perché ora si è costituita, nel dito più vicino, una profondità diversa da quella del dito più lontano. Se si aprono e si chiudono gli occhi uno dopo l'altro, si vedrà che il dito più vicino all'occhio sembrerà muoversi di più di quello lontano. Ciò è dovuto alla differenza crescente tra le immagini che appaiono in ognuno degli occhi.
Quando si gira un film tridimensionale si utilizza questa tecnica; le immagini girate da due angolazioni diverse vengono poste sullo stesso schermo. Il pubblico porta degli occhiali speciali che hanno un filtro colorato e polarizzano la luce. I filtri degli occhiali filtrano una delle due scene, e il cervello trasforma le due in una singola immagine tridimensionale.
![]() TUTTI GLI OGGETTI CHE PERCEPISCI COME LONTANI DA TE SONO DI FATTO NEL TUO CERVELLO |
![]() ![]() ![]() ![]() | In questa figura, la linea sullo sfondo sembra due volte più grande della linea davanti. In verità, però, entrambe le linee sono della stessa misura. Come possiamo vedere da questo esempio, l’uso di linee, prospettiva, luce e ombra fa sì che le persone osservino gli stessi oggetti in modo diverso. Di fatto, tutti questi oggetti sono visti in un singolo luogo, nel centro della visione del cervello. |
La percezione della profondità su una retina bidimensionale è molto simile alla tecnica usata dagli artisti per dare all'osservatore un'impressione di profondità in un quadro bidimensionale. Vi sono alcuni fattori che danno origine all'impressione di profondità, come la disposizione degli oggetti uno sull'altro, le linee prospettiche del cielo, cambiamenti nella grana, prospettiva lineare, le dimensioni, l'altezza e il movimento. Per esempio il cambiamento di grana è molto importante nella percezione della profondità. Per esempio, il terreno su cui camminiamo in una fattoria piena di fiori è in realtà una trama. Le trame più vicine a noi sono più dettagliate mentre le trame più lontane sembrano sbiadite e più difficili da distinguere. Perciò, è più facile stimare la distanza degli oggetti presenti su una trama. Inoltre, anche l'impressione di ombra e luce contribuisce alla percezione di un'immagine tridimensionale.
![]() ![]() | Uno degli elementi significativi che fornisce il senso di profondità è la differenziazione della trama. Le trame più vicine a noi possono essere osservate in dettaglio mentre quelle più lontane appaiono meno chiaramente. Per esempio, come possiamo osservare dalla figura di lato, una trama tridimensionale è stata creata su un foglio di carta con il senso di profondità e, sebbene tutti i punti nella figura in alto siano bianchi, appaiono sia bianchi che neri. |
La prospettiva deriva dal fatto che gli oggetti distanti sembrano più piccoli in proporzione a quelli più vicini, in relazione alla persona che li sta guardando. Per esempio, quando guardiamo un panorama, gli alberi lontani sembrano piccoli, mentre quelli vicini sembrano grandi. Nello stesso modo, in un quadro con una montagna sullo sfondo, la montagna è disegnata più piccola della persona in primo piano. Nella prospettiva lineare, gli artisti usano linee parallele. Per esempio, i binari ferroviari danno una impressione di distanza e profondità incontrandosi con l'orizzonte.
Il metodo che i pittori usano nel dipingere è valido anche per l'immagine che si trova nel cervello. La profondità, la luce e l'ombra sono prodotte con lo stesso metodo nello spazio bidimensionale del cervello. Quanti più sono i dettagli di ciò che vediamo, tanto più questo sembra realistico e tanto più inganna i nostri sensi. Ci comportiamo come se ci fossero profondità e distanza reali, come se ci fosse una terza dimensione. Tutto ciò che si vede, però, è come un fotogramma su una superficie piatta. La corteccia visiva del cervello è estremamente piccola! Le distanze, le immagini come quelle di case distanti, le stelle nel cielo, la luna, il sole, gli aeroplani che volano nel cielo, e gli uccelli - sono tutti stipati in questo piccolo spazio. Ciò a dire che, tecnicamente, non c'è distanza tra un bicchiere che si può prendere allungando la mano e un aereoplano che, guardando in alto, si considererebbe a migliaia di chilometri di altezza; tutto ciò è su un'unica superficie, quella nel centro sensoriale del cervello.
Per esempio, una nave che scompare all'orizzonte in verità non è lontana miglia e miglia. La nave è nel cervello. Il davanzale che si sta guardando, il pioppo di fronte alla finestra, la strada di fronte alla casa, il mare e la nave sul mare sono tutti nell'area visiva del cervello, su una superficie bidimensionale. Proprio come un pittore può riprodurre l'impressione di distanza su una tela bidimensionale usando le proporzioni tra le grandezze, gli elementi di colore, ombra e luce e prospettiva, così anche il senso della distanza può formarsi nel cervello. In conclusione, il fatto che abbiamo la sensazione che gli oggetti siano lontani o vicini non dovrebbe ingannarci, perché la distanza è una sensazione come tutte le altre.
CREARE UNA FIGURA CON PROFONDITÀ SU UNA SUPERFICIE BIDIMENSIONALE | ||
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C’è una profondità molto realistica in tutte queste figure. Con l’uso di ombra, prospettiva e luce si può costruire una scena tridimensionale con profondità su una tela bidimensionale. Questo elemento di realismo può aumentare a seconda dell’abilità del pittore. Lo stesso si può dire per la nostra percezione visiva, dal momento che l’immagine che raggiunge la retina ha di fatto un’esistenza bidimensionale. Le immagini che raggiungono ognuno degli occhi, però, diventano una singola immagine, così che il nostro cervello percepisce un’immagine tridimensionale con una sua profondità. | ||
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Sei tu nella stanza, o è la stanza a essere dentro di te?
![]() | Il nostro corpo altro non è che una serie di immagini formate all’interno del cervello. |
Se il corpo è un'immagine nel cervello, la stanza è dentro di te o sei tu a essere nella stanza? L'ovvia risposta è: "La stanza è dentro di te". E si vede l'immagine del proprio corpo dentro la stanza, che a sua volta è nel cervello.
Proviamo a spiegarlo con un esempio. Poniamo che si chiami l'ascensore. Quando arriva, il vicino, che vive al piano di sopra, è dentro. Si entra nell'ascensore. In verità: si è all'interno dell'ascensore o è l'ascensore a essere all'interno di noi? La verità è: ogni cosa, l'ascensore con le immagini del vicino e del proprio corpo, si trova all'interno del nostro cervello.
In conclusione, noi non siamo "dentro" a nulla. Tutto è dentro di noi; tutto si trova nel cervello. Il sole, la luna, le stelle o un aereoplano che vola nel cielo a molte miglia di distanza non possono cambiare questa verità. Il sole e la luna, come il libro che si ha in mano, sono solo immagini che si trovano in un'area visiva molto piccola nel cervello.
![]() | Dal momento che il tuo corpo è un’immagine vista nel tuo cervello, la domanda è questa: sei tu ad essere dentro la stanza, o la stanza è dentro di te? La risposta è chiara: ovviamente, la stanza è dentro di te, nel centro della visione del tuo cervello. |
Il mondo delle sensazioni può formarsi senza l'esistenza del mondo esterno
Un elemento che rende nulla l'affermazione che il mondo delle sensazioni che proviamo ha un equivalente materiale, è che non abbiamo bisogno di un mondo esterno perché le sensazioni si formino nel cervello. Molti sviluppi tecnologici come i simulatori, e anche i sogni, sono le più importanti prove di questa verità.L'autrice di testi scientifici Rita Carter afferma, nel suo libro Mapping The Mind (Mappare la mente), che "gli occhi non hanno bisogno di vedere", e descrive in modo esauriente un esperimento fatto dagli scienziati. Nell'esperimento, si munivano pazienti ciechi di un'attrezzatura in grado di trasformare immagini video in impulsi vibratori. Una telecamera posta vicino agli occhi dei soggetti propagava gli impulsi alla schiena così che essi ricevevano un input sensoriale continuo dal mondo visivo. I pazienti, dopo un certo tempo, iniziarono a comportarsi come se fossero davvero in grado vedere. Per esempio, era stato inserito uno zoom in una delle attrezzature, in modo da poter ravvicinare l'immagine. Quando lo zoom veniva attivato senza avvertire in precedenza il paziente, questi aveva l'istinto di proteggersi con le braccia perché l'immagine sulla sua schiena si ingrandiva all'improvviso come se il mondo si stesse ingrandendo.15
![]() | In un esperimento, si mostravano delle immagini a persone cieche, tramite un’attrezzatura. Attraverso questa, tali persone non vedenti erano in grado di vedere alcune immagini molto realistiche che non appartenevano al mondo esterno, ma erano prodotte artificialmente. Erano sotto l’impressione che qualcosa gli si stesse avvicinando, si facevano quindi indietro per proteggersi. |
Come questo esperimento dimostra, è possibile costituire sensazioni anche quando esse non sono causate da equivalenti materiali nel mondo esterno. Tutti gli stimoli possono essere creati artificialmente.
































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